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La storia della Casa Rossa

La masseria Gigante, da scuola a campo di concentramento.

A fine Ottocento, Don Francesco Gigante, attraverso volontà testamentaria, lasciò il suo patrimonio per promuovere la costruzione di una Scuola di Agraria ad Alberobello. Nacque così la Masseria Gigante, oggi conosciuta come Casa Rossa.

Per i primi quarant’anni del Novecento, la Casa Rossa fu un luogo di rilievo per la formazione agraria delle giovani generazioni alberobellesi e dei paesi limitrofi. Ma, già negli ultimi mesi del 1939, le aule della Scuola di Agraria furono trasferite in paese: mentre le attività dell’azienda agricola annessa continuarono ad essere svolte in campagna, i locali della scuola furono dismessi e abbandonati.

A partire dal luglio del 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, i locali furono requisiti dal Ministero dell’Interno e adibiti al più longevo campo di concentramento di polizia italiano.

Tra il 1940 e il 1943, durante il Fascismo, arrivarono qui come prigionieri: sudditi inglesi, tra cui indiani, irlandesi e maltesi, poi ebrei tedeschi, polacchi, ex cecoslovacchi e apolidi, italiani politicamente pericolosi, ebrei italiani, altri ebrei antifascisti, ebrei croati in fuga dai campi di concentramento ed ex jugoslavi dei territori annessi all’Italia sottoposti a violente misure di italianizzazione forzata. 

Tra gli ebrei tedeschi vi furono numerosi pittori e musicisti, che lasciarono ad Alberobello chine, tempere, disegni e spartiti musicali. Anche molti architetti, ingegneri e medici che prestarono i propri servizi in cambio di generi di prima necessità, instaurando rapporti con la comunità locale. 

Tra il 1944 e il 1946, nella Casa Rossa, la situazione si ribaltò, quelli che un tempo erano aguzzini divennero, essi stessi, prigionieri: furono così reclusi ex fascisti, collaborazionisti, altri uomini imputati per gravi fatti di sangue conseguenti a tragici episodi di epurazione dal basso ed ex militi della X Mas.

Tra il 1947 e il 1949 fu la volta di ospitare le cosiddette “indesiderabili”, donne straniere di tutta Europa: ex-collaborazioniste o prostitute, con loro tanti bambini, anch’essi rifiutati da tutte le società civili. Seguirono interi gruppi familiari di tutta Europa, e non solo, tra di loro: tedeschi e albanesi musulmani; austriaci già cittadini italiani altoatesini; jugoslavi in fuga dal regime di Tito; donne dei Sudeti tedescofoni sottoposte a brutali sevizie dai sovietici; russi ortodossi non bolscevichi e cittadini di stati baltici; disertori di vari eserciti; ebrei stranieri cacciati dai campi alleati; ebrei polacchi indesiderati in patria che speravano di emigrare in Palestina. 

Tra gli ospiti di questo periodo, il pittore lituano Viktor Cernon, che affrescò interamente la cappella cattolica della Casa Rossa, ispirandosi alla vita di San Francesco e Santa Chiara. 

Nel 1950, a questa terza stagione della storia della Casa Rossa, fu ispirato il film Donne senza nome – Le indesiderabili, del regista ungherese Géza von Radványi.

Alla fine degli anni Cinquanta, la Casa Rossa ritrovò parte della sua funzione originaria: fu allora istituita una Casa di Rieducazione minorile maschile e ripristinata l’originaria funzione di istituto professionale agrario.

Dopo questa fase, la Masseria Gigante fu del tutto abbandonata.

Il 5 dicembre 2007 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Regione Puglia ha dichiarato la Casa Rossa “bene di interesse storico-artistico, sottoposto alle tutele del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42”.

Neppure due anni più tardi, il 5 febbraio 2009 è stata costituita la” Fondazione Casa Rossa Onlus”, con l’intento di valorizzare il notevole patrimonio storico e culturale che ha avuto nel passato e che, si spera, possa tornare ad avere in un prossimo futuro.

CRONOLOGIA ESSENZIALE DI CASA ROSSA/MASSERIA GIGANTE

A cura del Prof. F. Terzulli

Periodo

Avvenimenti

1887

Testamento di don Francesco Gigante per la costruzione di un edificio e la fondazione di una Scuola Agraria

1896-1939

Scuola Pratica d’Agricoltura (1906-1931) Scuola Tecnica Agraria (1932-1939) Scuola elementare (1916-1939) Ospizio per orfani di guerra Ospizio per alunni dell’O.N.M.I.

1940

settembre 1943

PRIMA stagione Campo Internamento:

• civili di nazionalità inglese (tra essi indiani, maltesi, irlandesi), prevalentemente residenti a Napoli, ritenuti atti a portare le armi.

• Arriva, successivamente, il gruppo che rimarrà a Casa Rossa più tempo: ebrei stranieri tedeschi o provenienti da stati caduti in potere della Germania, che, pur non essendo considerati formalmente nemici, sono internati in quanto ebrei e, quindi, ritenuti capaci di svolgere azioni contrarie agli interessi di uno stato totalitario amico come la Germania. Arrivano anche ebrei polacchi, ex cecoslovacchi e apolidi.. Vengono internati, poi, ebrei italiani antifascisti, ebrei politicamente sospetti, cittadini sottoposti a misure di polizia per motivi politici, anarchici e slavi della Dalmazia e della Venezia Giulia, che hanno svolto azione antifascista ed antiitaliana nelle terre occupate dalle potenze dell’Asse in Jugoslavia; molti di questi ultimi sono dirottati ad Alberobello, solo perché l’esercito italiano di occupazione non ha reperito un sufficiente numero di prove per passarli per le armi. Molti ebrei italiani sono internati ad Alberobello per disubbidienza alle disposizioni sulla precettazione civile a scopo di lavoro.

1945-1946

SECONDA stagione. Colonia di Confino politico: ex fascisti confinati politici, altri uomini imputati per gravi fatti di sangue conseguenti a tragici episodi di epurazione dal basso, scatenati da folle inferocite per la mancata epurazione istituzionale, ex militi della Decima Mas.

1947

TERZA stagione. Campo per indesiderabili: le segnorine rastrellate senza documenti; sbandate al seguito dell’esercito americano nella pineta di Tombolo; ex collaborazioniste dei nazisti; semplici prostitute; donne dei paesi dell’Est che temono il nuovo regime sovietico negli anni più difficili della guerra fredda.

1947-1949

TERZA stagione. Campo per famiglie di displaced persons. tedeschi ma anche albanesi musulmani, austriaci già cittadini italiani altoatesini che avevano optato con Hitler per la nuova cittadinanza e che ora erano detestati sia dai connazionali che dai nostri, jugoslavi non titini in fuga dal proprio paese, donne dei Sudeti tedescofoni sottoposte a brutali sevizie dai sovietici, perché già privilegiate dai nazisti, russi ortodossi non bolscevichi e cittadini di stati baltici, inseguiti da emissari dell’Armata Rossa, disertori di vari eserciti, ebrei stranieri cacciati dai campi alleati di raccolta per violazione di leggi italiane soprattutto nell’ infuocata vigilia elettorale del 1948, ebrei polacchi indesiderati in patria (dove si assisteva a nuovi pogrom antisemiti, questa volta opera di polacchi e non di tedeschi), che speravano di emigrare in Palestina. 

1956-1977

 Casa di Rieducazione minorile maschile con il funzionamento presso di essa di un istituto professionale agrario, con la finalità di istruire e di dotare di un diploma di qualifica in meccanica agraria gli allievi internati. L’Istituto poteva essere frequentato da minori di cui l’Autorità Giudiziaria avesse disposto l’affidamento al servizio sociale ed anche da alunni esterni, ma con la previa autorizzazione del Direttore dei Centri di rieducazione stipulante.

2001

 Il 21 febbraio 2001 Elisa Springer, famosa sopravvissuta ad Auschwitz, visitò la Casa Rossa e dichiarò: «non posso ammettere che questa struttura diventi un posto di divertimento perché è stato comunque un luogo di sofferenza. Provo una certa emozione, perché campi come questo sono stati il trampolino per campi più grossi e poi per i veri e propri lager. Penso a quanta gente è stata qui e poi ha perso la vita. Mi oppongo a questi tentativi di distruggere la memoria. Dobbiamo fare di tutto perché questo campo rimanga in vita».

2002

L’undici novembre 2002, l’Associazione ebraica Keren Kayemeth Leisrael fece dono al Comune di Alberobello di un ulivo proveniente dalle colline di Gerusalemme, che fu messo a dimora in un’aiuola del Belvedere di Piazza Giangirolamo, nei pressi della chiesa di santa Lucia, con una targa con questa scritta in italiano e in ebraico: «Ulivo delle colline di Gerusalemme al Comune di Alberobello per l’ospitalità offerta dai suoi cittadini durante le persecuzioni razziali. Dono del Keren Kayemeth Leisrael».

2007

 Il 5 dicembre 2007 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia ha dichiarato Casa Rossa bene di interesse storico-artistico, sottoposto alle tutele del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42.

2009

In data 5 febbraio 2009 si è costituita la Fondazione Casa Rossa Onlus, con sede sociale in Bari, con l’intento di valorizzare il notevole patrimonio storico e culturale che ha avuto nel passato la famosa struttura in Alberobello denominata Casa Rossa.

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